
29 Gennaio 2023
Quarta Domenica del tempo ordinario
Anno A
C’è una sfida da raccogliere: la gioia. Una gioia che ha il suo fondamento in Dio, le cui promesse sono incrollabili e vittoriose, a dispetto delle crisi che attraversano la nostra storia.
In questa IV domenica per annum la liturgia eucaristica ci propone il grande affresco delle Beatitudini. Ad una prima lettura, ci appaiono impossibili, paradossali, esagerate, un programma per uomini e donne eccezionali e per vocazioni speciali. E invece sono state scritte per noi, che quotidianamente ci dibattiamo nella nostra mediocrità e debolezza. Di più. Le Beatitudini sono una proposta di felicità per tutti. È vero però che esigono un passaggio da un modo di pensare e vivere ad un altro; esse suppongono infatti che sia entrati in un mondo di valori nuovi, valori che mettono in crisi i valori vecchi ritenuti assoluti. Noi ora vorremmo offrire ai nostri lettori sette chiavi per entrare in questa vera e propria Magna Charta del cristianesimo.
La chiave cristologica. Leggiamo nel CCC al n. 1717: «Le Beatitudini dipingono il volto di Cristo e ne descrivono la carità». Nelle Beatitudini abbiamo perciò delineato anzitutto il volto di Cristo e tracciato, allo stesso istante, il suo itinerario storico dalla nascita alla morte fino alla risurrezione. Un tracciato all’insegna di una carità senza prevenzioni e totale.
La chiave teologica. È evidente che le Beatitudini ci parlano di Dio, della logica del Regno che Gesù ha iniziato e instaurato nelle realtà del mondo.
La chiave soteriologica. Le Beatitudini sono il capolavoro dello Spirito Santo nel cuore e nella vita dei discepoli di Cristo. Se in Gesù sono vissute tutte in modo sommo, nei discepoli risplendono, potremmo dire, in modo differenziato. Non a caso la Chiesa venera diverse categorie di Santi, dagli apostoli ai confessori nelle cui personalità le Beatitudini hanno un variegato riflesso.
La chiave ecclesiologica. Se è vero che le Beatitudini tracciano il profilo del discepolo del Vangelo, in esse si rispecchia anche il volto della Comunità cristiana, sempre chiamata a confrontarsi con questa pagina per crescere in autenticità e pienezza.
La chiave escatologica. Il compimento delle Beatitudini è escatologico; questo ci fa comprendere come la Chiesa avanza nella storia tra il già e il non ancora. Il cristiano non sfugge la realtà del presente e quindi l’impegno a costruire la storia ma lo fa tenendosi costantemente legato al fine ultimo che le dà valore e direzione.
La chiave morale. Ha scritto Mario Rollando che le Beatitudini non sono condizioni etiche per entrare nel Regno ma l’epifania dell’esistenza etica di coloro che già appartengono al Regno. Il cristiano “fa” a partire da ciò che “è” in Cristo. In conclusione c’è una sfida da raccogliere: la gioia. Se mancasse questa connotazione potremmo parlare di una proposta di ideali altissimi ma non certo di beatitudini. Una gioia che ha il suo fondamento in Dio, le cui promesse sono incrollabili e vittoriose, a dispetto delle crisi che attraversano la nostra storia.
Commento a cura di d. Sandro Carotta, osb
Abbazia di Praglia