
8 Dicembre 2022
Solennità dell’Immacolata Concezione della B. V. Maria
Maria ci ricorda, soprattutto quando siamo assaliti dallo sconforto per la nostra nativa fragilità, che a Dio nulla è impossibile.
Quando parliamo di santità intendiamo ciò che Dio ha di più proprio. Questo proprium è da Lui comunicato e partecipato all’uomo. Dio allora, come osservava con acutezza Paul Beauchamp, più che esigere la santità dall’uomo desidera comunicargliela donando, nel Figlio amato, il suo Spirito, cioè la sua santità sostanziale. Ma l’uomo ha frustrato questo progetto divino con la sua disobbedienza. L’episodio biblico del peccato originale (Gen 3,9-15.20) ci mostra come, dopo l’amara esperienza del peccato, Dio si pone sulle tracce dell’uomo. Rashì vede in questo gesto il segno di una grande tenerezza: Dio è più interessato all’uomo che alla sua trasgressione. Nella pienezza dei tempi (Lc 1,26-38), sarà Maria, la «piena di grazia», a dare corpo alla profezia antica ricevendo l’incredibile annuncio che il Salvatore del mondo sarebbe nato dal suo seno. Cristo è l’oggetto primo di questa pienezza di grazia, di cui egli, a sua volta, ricolma coloro che lo amano. Maria è la prima a goderne, ma non è tutto. Nel titolo che riceve dall’angelo, Maria è posta in un rapporto privilegiato nei confronti di Gesù ed è pure unita a tutti i cristiani che sempre da Cristo possono ricevere a loro volta questa pienezza. Maria diviene così segno di quella gratuità d’amore con il quale Dio vuole abbracciare ogni uomo. E Nazareth, l’oscura borgata di Galilea, assurge a sua volta a simbolo dell’universalità della salvezza.
Commento a cura di d. Sandro Carotta, osb
Abbazia di Praglia