Abbazia di
Santa Maria del Monte

Cesena

Italia

Fondazione
1001

Abate
P. Mauro Maccarinelli

Indirizzo

Via del Monte, 999
47521 – Cesena (FC)
ITALIA

Sito ufficiale

www.abbaziadelmonte.it

Caratteristiche

ForesteriaEsercizi SpiritualiMeta turisticaIstruzione

p. Mauro Maccarinelli

Comunità di Santa Maria del Monte (Cesena)

Il Monastero

​Gli storici fanno risalire la nascita del primo nucleo del complesso architettonico del Monastero di Cesena tra il 1001 e il 1027. Due documenti, una concessione di una salina (1042) ed una bolla papale (1059) di Niccolò II che concede diversi importanti privilegi ed autorizza la Comunità monastica ad eleggere il proprio Abate, testimoniano l’esistenza di una comunità benedettina sul colle che domina la città di Cesena. Il primo riscontro letterario sull’origine del monastero benedettino di Santa Maria del Monte viene da un testimone d’eccezione: San Pier Damiani. Il santo, componendo la “Vita Beati Mauri”, narra che Mauro, vescovo di Cesena vissuto nella prima metà del secolo X, aveva scelto il monte che sovrasta la città quale luogo per la meditazione personale e qui “cellulamcum exigua ecclesia fabricavit” (costruì una cella con una piccola chiesa). Alla sua morte il Vescovo fu sepolto in un sarcofago di pietra, oggi custodito nella Cripta, posto vicino a questa piccola chiesa: poco dopo il sito divenne la sede del primo insediamento monastico sul Monte, che si riunì attorno alla miracolosa tomba del santo vescovo. 

La Storia

Una prima “piccola chiesa” costruita da S. Mauro è ricordata da S. Pier Damiani nella Vita Beati Mauri: il muro perimetrale dell’abside di questa chiesa primitiva è stato ritrovato nei restauri del 1914 sotto l’attuale scalone. In seguito fu costruita una Basilica a tre navate, in perfette linee trecentesche, che occupava lo spazio dell’attuale navata inferiore e delle cappelle di sinistra: sulla parete esterna di sinistra sono ancora ben visibili le sagome delle porte e delle finestre della basilica trecentesca che si affacciavano sul chiostro. L’ornamento interno non era pittorico, ma risultava dalla varia disposizione del mattone a vista. La tomba del vescovo Mauro veniva custodita in una cripta sotto la zona presbiterale. Nel 1548 la basilica fu profondamente modificata dal M° Domenico Gravini di Brisighella: essa cambiò completamente fisionomia per la modifica della pianta, tre a una sola navata con cappelle laterali, e per il suo prolungamento con la costruzione della “Cappella grande e della Madonna”, cioè l’insieme dell’abside e della corsia che la circonda. Per collegare i due corpi architettonici, il Gravini costruì uno scalone centrale discendente alla cripta, mentre si saliva per due scale laterali: tale soluzione non piacque all’architetto Terribilia, che nel 1572 invertì le scalinate costruendo il maestoso scalone ascendente, che si vede ancora oggi. Nel 1548 la basilica fu profondamente modificata dal M° Domenico Gravini di Brisighella: essa cambiò completamente fisionomia per la modifica della pianta, tre a una sola navata con cappelle laterali, e per il suo prolungamento con la costruzione della “Cappella grande e della Madonna”, cioè l’insieme dell’abside e della corsia che la circonda. Per collegare i due corpi architettonici, il Gravini costruì uno scalone centrale discendente alla cripta, mentre si saliva per due scale laterali: tale soluzione non piacque all’architetto Terribilia, che nel 1572 invertì le scalinate costruendo il maestoso scalone ascendente, che si vede ancora oggi. La statua della Madonna fu realizzata in legno e stucco dipinto per la chiesina di S. Paolo, presumibilmente nel XIII secolo. All’inizio del XIV secolo, i monaci vennero in possesso del terreno su cui sorgeva questa chiesina e nel 1318 trasferirono la statua nella chiesa abbaziale del Monte. Le dimensioni (quasi due metri) e la posa benedicente della figura rendono nobile e solenne questa rappresentazione di Maria Santissima. Il Bambino, di diversa fattura e in posizione sbilanciata, certamente fu aggiunto in epoca successiva. La Madonna è rivestita di una veste azzurra, chiusa sul petto da una specie di “razionale” formato da due piastre di rame sbalzato rappresentanti l’Annunciazione. Un ampio velo bianco-avorio scende dal capo su tutta la figura e su di esso sono dipinti fiori, motivi geometrici e lettere, che formano le parole iniziali dell’inno Ave Maris Stella. Sul capo, la corona posta da Pio VII nel 1814, di ritorno dall’esilio di Fontainbleau. La grande venerazione del popolo cesenate e romagnolo per questa sacra effige ha portato l’abbazia a diventare il santuario mariano più importante della Romagna. 

Le Attività
  • Il Centro Storico Benedettino Italiano: è sorto nel 1968, soprattutto per iniziativa di d. Leandro Novelli, monaco di Cesena, coinvolgendo i principali studiosi di tutte le congregazioni monastiche italiane. Il Centro pubblica due apprezzate collane inerenti alla storia del monachesimo in Italia: Monasticon Italiæ, che è un repertorio topo-bibliografico di tutti i monasteri benedettini esistenti ed esistiti in Italia, e Italia Benedettina, che cura la pubblicazione di fonti e studi sull’argomento. 
  • L’antica biblioteca del Monastero: a causa delle soppressioni ottocentesche (1814 e 1866), ebbe la triste sorte di essere incamerata dallo Stato. Pazientemente ricostruita dai monaci ritornati nel 1880 dopo le soppressioni, fu interamente distrutta dai bombardamenti dell’ultima guerra. Oggi è completamente rinnovata, ricca di 40.000 volumi di carattere prevalentemente teologico ed umanistico. Formata da due ampi ed attrezzati saloni, aperti l’uno sull’altro e messi in comunicazione da un elegante ballatoio, offre il suo servizio di documentazione e cultura a chiunque, monaco od ospite, voglia attingervi. All’interno del suo fondo antico sono conservati alcuni incunaboli, un discreto numero di cinquecentine ed un prezioso graduale ambrosiano del 1400.Il monastero possiede anche un consistente archivio musicale, testimone dell’impegno dei monaci in questo campo all’inizio del ‘900: al suo interno partiture originali e manoscritte di L. Refice, ospite abituale dell’Abbazia. 
  • Bottega Monastica: Il negozio è nato circa 30 anni fa, con l’aiuto della società “Amici del Monte” con lo scopo di vendere ai pellegrini i prodotti del monastero. Esso offre anzitutto oggetti sacri, cosmetici e generi alimentari, una volta a settimana si vendono anche le uova del pollaio del monastero. L’Erboristeria propone prodotti di diversi monasteri: Camaldoli, Torrechiara, le Trappiste di Vitorchiano e della Moldava. Tra i prodotti propri di Cesena, il negozio propone il miele, il polline, il mipolpro, i diversi vini e lo spumante, e i biscotti e i pasticcini. Il negozio offre un servizio anche alle parrocchie con la vendita del vino da messa. All’interno del negozio c’è anche una piccola libreria con le pubblicazioni del centro storico benedettino, dell’Abbazia e tanti libri di carattere divulgativo. Ultimamente è nata una collaborazione con un’iconografa e quindi sono presenti diverse icone anche dipinte. Il negozio è per il monastero anche un punto di incontro con i pellegrini e i turisti che vengono accolti e ascoltati. 
  • Restauro Libri: Fondato da Dom Placido Zucal (Cesena) nel dopoguerra, e attualmente diretto dalla restauratrice qualificata Silvia Cecchini, il laboratorio di restauro del libro opera per la conservazione di libri antichi in carta e pergamena, come anche di opere sciolte. Lavora per conto di archivi e biblioteche statali, delle diocesi del territorio e di privati. A titolo di esempio, tra il 2019 e il 2021, solo per la Biblioteca Malatestiana, sono stati restaurati 4 libri e un rotolo di pergamena, in ebraico, e una mappa di Cesenatico di grandi dimensioni, tutte opere risalenti al ‘700. Per le diocesi il laboratorio restaura pergamene e registri parrocchiali dal ‘300 sino ai giorni nostri. Tali registri includono “stati delle anime”, registri matrimoniali, registri delle morti, registri di battesimi… Il laboratorio restaura anche libri appartenenti a privati e organizza corsi di legatoria moderna e antica. 
  • Azienda Agricola: Poco più di quattro ettari di terreno situati nelle immediate adiacenze del monastero sono ciò che rimane delle vaste possessioni monastiche di un tempo. Ancora oggi i monaci coltivano questi terreni a vigna ed ulivo. Attualmente il vino viene prodotto in una cantina a cui vengono consegnate le uve, in attesa di poter far risorgere l’antica cantina del monastero chiusa circa 20 anni or sono. Un piccolo apiario, un pollaio per autoconsumo ed un orto completano le attività agricole del monastero. 
  • Sala convegni: L’abbazia dispone di una ampia aula magna (capienza 100 posti) situata al primo piano nell’edificio dell’ex falegnameria. Possono essere ospitati convegni, conferenze e incontri di formazione (senza possibilità di pernottamento). A richiesta è possibile offrire il servizio di ristorazione nei vicini locali delle antiche cantine.
  • Foresteria: L’ospite può cogliere qualcosa della nostra vita incrociando la comunità soprattutto nella preghiera liturgica, nella condivisione dei pasti e di qualche momento di lavoro, nel colloquio con qualche monaco e nella lectio divina che viene eventualmente proposta nella foresteria del monastero. Anche in questo spazio vitale dell’ospitalità non mancano, comunque, i temi e le occasioni per ripensare il proprio cammino, in un ascolto attento dell’oggi.

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