28 Febbraio 2021
II Domenica di Quaresima
Anno B
Anche noi, con Pietro, Giacomo e Giovanni, saliamo sul monte per ascoltare con Gesù le Scritture e discernere quali parole ci fanno vivere.
Il cammino quaresimale, dopo averci condotto nel deserto delle tentazioni, ci conduce sul monte della trasfigurazione. Dopo il tentatore, Gesù ora ascolta la parola di Elia e di Mosè. Il Padre parla attraverso la Legge e i Profeti per guidare il cammino del Figlio. Anche noi siamo sollecitati a discernere quali sono le parole che ascoltiamo, quali ci danno vita e gioia, quali tristezza e morte. È l’esperienza di Pietro, Giacomo e Giovanni, che Gesù conduce con sé sul monte della preghiera. Perché proprio loro? Forse perché sono i tre discepoli che manifestano maggiori resistenze al cammino di Gesù verso Gerusalemme. Pietro ha già protestato dopo il primo annuncio della passione, al punto da ricevere da Gesù l’appellativo di Satana (cf. Mc 8,31-33). Giacomo e Giovanni chiedono i primi posti nel Regno, dopo il terzo annuncio (cf. 10,35-40). Anche loro tre, sul monte, ascoltando le Scritture e pregando con Gesù, devono comprendere il senso del cammino di Gesù, sul quale vengono sollecitati a seguirlo. La gloria del Figlio non la si può contemplare sul monte, arrestando il suo viaggio, perché essa si rivela lungo la via che Gesù percorre, nel dono totale di sé. Così si rivela il volto stesso del Padre. Abramo non è chiamato a sacrificare Isacco, ma a profetizzare il segreto della paternità di Dio, il quale, come scrive Paolo, «non ha risparmiato il proprio Figlio».
Commento a cura della Comunità di Dumenza