P. Gerard Van Malderen
Visitatore Provincia Fiamminga-Olandese
La Congregazione Sublacense Cassinese ha 150 anni
Il 9 marzo 1872 papa Pio IX riconobbe la Provincia internazionale di Subiaco della Congregazione Cassinese come Congregazione benedettina autonoma.
Le origini della nostra Provincia risiedono nelle vicende legate all’abbazia di Affligem: fondata nel 1062, chiusa l’11 novembre 1796 dai rivoluzionari francesi, riprese vita nel 1837 ad opera di dom Veremundus D’Haens, suo antico monaco, anche se per il momento nel convento cappuccino di Dendermonde. Sebbene i monaci sperassero di tornare al più presto nell’antica sede, nel frattempo distrutta, dovettero tuttavia rinunciare al progetto per tutta una serie di difficoltà e nonostante la promettente crescita numerica.
Per volontà di papa Pio IX, ci fu un primo contatto con l’abate Casaretto nel settembre 1855 e già l’8 settembre 1858 la comunità di Dendermonde fu aggregata alla Provincia di Subiaco, al pari dei monasteri non italiani di New Norcia (1852), Ramsgate (1856) e la Pierre-qui-vire (1862). A motivo dell’ingresso nella riforma sublacense, vennero mandati dei superiori stranieri, i giovani furono formati a Subiaco e a Parma e l’abate Casaretto ebbe occasione di visitare più volte Dendermonde. Anche Affligem poté finalmente essere costituita canonicamente nel 1870.
Senza gli sforzi congiunti di papa Pio IX, dell’abate Casaretto e della futura Congregazione di Subiaco, la nostra Provincia Fiammingo-Olandese non sarebbe potuta nascere. I Capitoli Generali, le riunioni dei Visitatori, le istruzioni degli Abati Generali e poi Presidenti, come pure il sostegno e l’esempio forniti dagli altri monasteri sono stati fattori di importanza capitale affinché le nostre comunità acquisissero un genuino fondamento monastico. Pur partendo da una visione piuttosto centralizzata, si è progressivamente sviluppato il rispetto della diversità e dell’autonomia dei vari monasteri; allo stesso tempo, questa unità e questa solidarietà internazionale hanno dato origine, vita e sostegno ai diversi monasteri e Province.
Anche se evidentemente i monaci non riflettono continuamente sull’importanza e sull’unicità della nostra Congregazione, per ciascuno di loro e dei nostri cenobi il conforto e l’incoraggiamento da essa ricevuti restano d’importanza vitale, soprattutto in questi anni, segnati da una situazione di grande fragilità. Possiamo dunque guardare questi centocinquant’anni con profonda gratitudine con la speranza che il Signore continui a benedire e a proteggere la nostra Congregazione e a donarci, tramite il contributo, la preghiera e la comunione fraterna che essa ci garantisce, la forza di vivere autenticamente la nostra vocazione nonostante la nostra piccolezza e fragilità.
Nella nostra Provincia, inserita in un ambiente fortemente secolarizzato, ci poniamo certamente molte questioni circa l’avvenire dei nostri monasteri; sappiamo che per i credenti, ciò che rimane in eterno non sono le istituzioni, ma Dio. La possibilità di un avvenire che porti avanti l’eredità del passato non sta nelle nostre sole mani e per questo domandiamo con umiltà e fiducia la potenza dello Spirito di Dio. Possa egli agire nel mondo intero attraverso l’opera della nostra Congregazione e donarci il coraggio di prendere veramente a cuore la nostra “concordia caritatis”: «Il beneficio essenziale della nostra appartenenza alla Congregazione si rivela in tutta la sua chiarezza quando si prende coscienza che a questo fine non si può arrivare a partire da se stessi. È per questo che cerchiamo di aiutarci gli uni gli altri e di farci aiutare dagli altri» (n. 9).
Fraternamente in Cristo e in S. Benedetto.