Monastero di
San Pietro

Modena

Italia

Fondazione
983

Priore
p. Stefano De Pascalis

Indirizzo

Abbazia dei Padri Benedettini di Modena
Via San Pietro, 7
41121 Modena – Italia

Sito ufficiale

www.monasteromodena.com

Caratteristiche

Prodotti tipiciMeta turistica

Il Monastero

Il monastero di San Pietro risale alla fine del X secolo, fondato precisamente nel 983 d.C., come fondazione vescovile; divenne poi indipendente nel 1148. Dopo un periodo di crisi fu aggregato nel 1434 alla Congregazione di Santa Giustina, poi Cassinese.
L’attuale chiesa abbaziale risale alla fine del XV secolo e fu consacrata nel 1518; negli anni successivi fu realizzato anche lo stupendo chiostro, detto Chiostro delle Colonne. La chiesa è opera di Paolo Barabani e la facciata è ornata da terracotte attribuite ai fratelli Bisogni; curioso anche il campanile a vela seicentesco. All’interno varie sculture in terracotta di Antonio Begarelli, e dipinti di Francesco Bianchi Ferrari, Niccolò dell’Abate, Jacopo Cavedone, Gian Gherardo delle Catene, Jan Van Gelder, Giovanni Battista Ingoni, Lodovico Lana, Pellegrino Munari, Girolamo Romanino, Carlo Ricci, E. Setti, Giovanni Taraschi, Filippo da Verona, ecc. Il prezioso coro ligneo è di G. F. Testi e aiuti. Oltre ai bellissimi paliotti in scagliola di tutti gli altari si segnala il grandioso organo cinquecentesco di Giovanni Battista Facchetti con tribuna dipinta da Giovanni Taraschi. In sagrestia affreschi di G. da Vignola, e preziosi arredi lignei intarsiati da G. Brennona.L’interno del Monastero, ripartito in cinque navate, è ricco di opere realizzate tra il ‘400 e il ‘500. Di Antonio Begarelli sono le sei grandi statue in terracotta, addossate ai pilastri della navata centrale, la Madonna in Gloria e i Santi Pietro, Paolo, Geminiano e Benedetto.

La Storia

La millenaria storia dell’Abbazia benedettina è stata suddivisa dagli storici in quattro epoche distinte: – il periodo delle origini, nel corso del quale si caratterizza come monastero alle dipendenze del vescovo di Modena (983-1149);
– il periodo dello sviluppo e della decadenza corrispondente alla fase in cui dipendeva dalla Sede Apostolica (1149-1434);
– la rifioritura, dal 1434 quando torna a nuova vita con l’unione alla Congregazione riformata di Santa Giustina di Padova detta, dal 1504, Congregazione cassinese. Fase, questa, a cui risale la ricostruzione della nuova chiesa progettata nel 1475/76 consacrata nel 1518;
Infine, l’ultimo periodo, quello delle soppressioni ad oggi, che ha visto periodi alterni di riaperture e chiusure con una consistente trasformazione e riduzione degli spazi. Grazie agli scavi archeologici condotti tra i’l 2009 e il 2017 parte dei resti dell’antico complesso basso medioevale sono visibili lungo il corridoio monastico a ridosso del Chiostro delle Colonne.

Le Attività

LA SPEZIERIA Pare che fin dal X secolo il monastero benedettino modenese risulti dotato di una spezieria a servizio, almeno, della infermeria interna. Ma è in occasione della ricostruzione cinquecentesca del complesso abbaziale che la spezieria fu collocata a ridosso dell’accesso principale. Posizione, questa, strategica perché collegata al primo cortile monastico chiamato per questo motivo della Spezieria o della Fontana, in virtù della monumentale fontana a pozzo posta al proprio interno nel 1545.
Le trasformazioni secentesche dell’ingresso al monastero, conseguirono lo slittamento della spezieria all’interno del corpo di fabbrica prospettante via San Pietro, sopra cui era stata aperta anche la Foresteria. Chiusa nel 1796, la Spezieria è stata riaperta nel 2007 e vende l’Aceto Balsamico di Modena e prodotti di altri monasteri benedettini italiani ed europei.
GRUPPO OBLATI Due anni fa esattamente il 25 novembre 2010 ha ripreso vita il gruppo Oblati benedettini del nostro monastero di S.Pietro in Modena; attualmente il gruppo conta una decina di membri oblati perpetui.
LA BIBLIOTECA La Biblioteca custodisce circa 2.000 volumi antichi e 20.000 moderni. Ha aderito all’Anagrafe degli Istituti Culturali Ecclesiastici Italiani della CEI e ha dato corso alla catalogazione informatizzata del patrimonio librario attraverso il software Cei-BIB.

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