P. Pierre Duong Dinh Thoi, OSB
Visitatore della Provincia Vietnamita

 

LA NOSTRA PROVINCIA VIETANMITA

Il 150° anniversario dell’approvazione pontificia della Congregazione benedettina Sublacense Cassinese fornisce a noi, monaci della Provincia vietnamita, l’occasione di rendere grazie a Dio per essere oggi figli di san Benedetto all’interno della medesima Congregazione, attraverso l’abbazia francese della Pierre-qui-vire che è stata all’origine della fondazione dei nostri monasteri.

Al pari delle fondazioni del nostro santo padre Benedetto e dei suoi discepoli, ma anche del P. abate Dom Pietro Casaretto, quelle del Vietnam hanno sperimentato sia una magnifica fioritura, sia le persecuzioni e talora una completa rovina. I nostri monasteri hanno subito danni incresciosi a motivo delle guerre e dell’oppressione da parte dei regimi politici, a partire dal 1945 e soprattutto dal 1975: le comunità di Thien-An, Thien-Binh e Thien-Phuoc sono state oggetto di rilevanti confische; ancor più, Thien-Hoa ha perso tutto il terreno e tutti i suoi beni, mentre la comunità è stata dispersa dalla sua primitiva sede.

Il governo attuale mantiene un atteggiamento ostile nei confronti della nostra religione; così pure perdurano le conseguenze delle guerre che si sono succedute. Tuttavia la fiamma della vita monastica resta accesa e numerosi giovani continuano ad entrare nei nostri noviziati. In tal modo i monaci benedettini del Vietnam condividono, anche ai nostri giorni, l’esperienza tanto del popolo di Dio dell’antica alleanza, quanto quella dei nostri antenati Benedettini.

Nel mondo di oggi, da una parte, i nostri monasteri si sforzano di rifondare, di restaurare e di costruire nuove case religiose, impegnandosi a formare al meglio i giovani monaci. D’altro canto, di fronte alla scoperta e allo straordinario sviluppo della tecnologia, specialmente nell’ambito informatico, i nostri monaci sono chiamati a serbar fede agli elementi monastici caratteristici della nostra Congregazione, con convinzione e determinazione; il che non è certo facile.

Ciò ci convince di aver ancora bisogno dell’aiuto dei Benedettini e delle Benedettine delle altre zone del mondo per mantenere bene la rotta intrapresa.

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