1 Novembre 2023

Solennità
di tutti i Santi

Ciò che importa non è tanto essere puri di cuore o misericordiosi ma scoprire queste situazioni come fonte di beatitudine. Questa è la sfida della fede.

L’AUTUNNO FECONDO DELLA MADRE CHIESA

Nel cuore dell’autunno, dopo i raccolti e le vendemmie, la Chiesa invita i suoi figli a contemplare la mietitura di tutti i sacrifici viventi offerti a Dio, la grande messe di uomini e donne che hanno testimoniato il loro amore per Cristo e i fratelli. La pagina solenne delle Beatitudini presenta la magna charta del cristianesimo, nella quale viene sintetizzato il paradosso, la radicalità e la bellezza del messaggio cristiano. Gesù proclama le Beatitudini dal monte. Non sappiamo quale sia, comunque la sua menzione ci rimanda al Sinai, dove Dio, dopo aver stretto alleanza con il suo popolo, dona le Tavole della Legge, le Dieci parole. Gesù perciò, come nuovo Mosè, consegna alle folle che lo seguono una nuova Legge nella quale emerge la giustizia superiore («ma io vi dico»). Con giustizia superiore non si intende una superiorità nella quantità (più digiuno, più penitenza…) ma nella qualità. Il secondo elemento che emerge dalla pagina evangelica è il numero otto, sebbene vi sia alla fine un invito a rallegrarsi nella persecuzione. L’otto rimanda all’ottavo giorno, dove Cristo ha vinto la morte e ha inaugurato la nuova creazione. Le Beatitudini sono perciò una possibilità di vita dentro la morte. Un ultimo aspetto. Il genere letterario delle Beatitudini è quello della congratulazione, ben espressa nel reiterato «beati». L’enfasi è tutta lì, sul beati prima ancora che sul contenuto di ogni singola beatitudine. In una parola, ciò che importa non è tanto essere puri di cuore o misericordiosi ma scoprire queste situazioni come fonte di beatitudine. Questa è la sfida della fede; una sfida non indifferente se pensiamo che le Beatitudini capovolgono le logiche del nostro mondo.

Tu
il più bello
da noi rifiutato, da noi inchiodato
al legno della croce,
Tu
ci illumini
e ci rendi radiosi
in Te,
nella tua vita risorta, nella beatitudine del Regno.

 

Commento a cura di d. Sandro Carotta, osb
Abbazia di Praglia

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