Giovanni Angelo Braschi (Cesena 1717 – Valence sur Rhône 1799), cardinale e abate commendatario di Subiaco, ascese al Soglio Pontificio il 15 febbraio del 1775. Non fu un’elezione facile, come non erano facili i tempi in cui il neoeletto Pontefice col nome di Pio VI prendeva in mano il timone della Chiesa. Ci erano voluti, infatti, bel 265 scrutini in oltre quattro mesi di conclave per avere un nuovo Papa. In questo contesto travagliato, la figura del Braschi emerge in tutta la sua imponenza, nel tentativo di superare le problematiche della pesante eredità. Una figura di spicco nel panorama ecclesiastico e politico della seconda metà del XVIII secolo, che continuò a beneficare il territorio sublacense a lui particolarmente caro, tanto che volle mantenere anche da Pontefice il ruolo di Abate Commendatario dell’Abbazia Nullius e del vasto territorio che la componeva.

A questa figura è dedicata la mostra «Pio VI. Un papa abate commendatario di Subiaco», promossa dall’Abbazia Territoriale di Subiaco e dalla Biblioteca statale del Monastero di Santa Scolastica, a cura della dott.ssa Tiziana Checchi e del P. D. Marco Mancini OSB. L’esposizione, ospitata nella sala d’ingresso della Biblioteca, offre l’opportunità di una riflessione accurata sulla figura del Pontefice e sull’opera da lui compiuta in favore dell’Abbazia sublacense, inquadrate nello scenario più ampio della sua attività politica, religiosa e culturale. A tal fine verranno esposti documenti d’archivio, oggetti d’arte e testi a stampa, in gran parte inediti, conservati negli istituti culturali coinvolti nell’iniziativa.

«Dopo lungo tempo – ha detto l’abate Mauro Meacci – si torna finalmente a riflettere sulla figura di papa Pio VI e sul suo governo come Abate commendatario dell’Abbazia Nullius di Subiaco, dando l’opportunità di rintracciare i contorni di una figura e di un’epoca estremamente significativi per la storia del sublacense. Per l’occasione il patrimonio culturale ecclesiastico dell’Abbazia viene esposto in dialogo con quello della Biblioteca statale, offrendo un contributo nuovo su una pagina molto importante della storia sublacense, i cui spunti inediti meriteranno sicuramente ulteriori futuri approfondimenti».

La mostra è stata aperta il 3 giugno in occasione dell’iniziativa Aperti al MAB, promossa dall’Ufficio nazionale CEI per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto, insieme all’Associazione musei ecclesiastici italiani, all’Associazione archivistica ecclesiastica e all’Associazione dei bibliotecari ecclesiastici italiani, e proseguirà fino al 29 settembre 2019.

«Inquadrate nel contesto degli eventi più significativi della vita di Pio VI come pastore e principe della Chiesa – prosegue l’abate Meacci – vengono delineate le tante iniziative promosse dal pontefice in favore di Subiaco e dell’Abbazia, fino a giungere alle note traversie dell’occupazione francese e ai tanti riflessi che ebbero sui monasteri sublacensi e su tutto il territorio».

Ufficio Stampa dell’Abbazia Territoriale di Subiaco

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