P. Theodore Kouassi Coco, OSB
Visitatore Prov. Africa-Madagascar

 

LA PROVINCIA DI AFRICA E MADAGASCAR NELLA CONGREGAZIONE DI SUBIACO E MONTECASINO

In questo Anno giubilare della nostra Congregazione di Subiaco Montecassino dell’Ordine di San Benedetto, vogliamo rendere grazie a Dio, Padre di ogni bene, che le ha permesso di attraversare un secolo e mezzo di esistenza e di essere sempre vitale e attiva nei cinque continenti. Per quanto riguarda l’Africa, è innanzitutto in risposta all’appello di Pio XI che chiedeva ai monasteri contemplativi di fondare nelle diocesi di missione che sorsero le prime fondazioni della nostra Congregazione. Riferito l’appello papale dai vescovi locali, diverse abbazie francesi hanno generosamente risposto a questa chiamata, sostenute dai successivi abati presidenti. Questo impulso missionario non era proprio nuovo per la nostra Congregazione. Ricordiamo che, molto presto, l’abate Casaretto volle riunire a Roma, presso il collegio San’Ambrogio, un piccolo gruppo di giovani missionari, in particolare per le fondazioni nei paesi anglofoni. Da parte sua, P. Jean-Baptiste Muard, fondatore dell’Abbazia di Pierre-qui-Vire, fin dal suo tempo di seminario aveva sognato di andare in Estremo Oriente e di morirvi martire. Non ha mai potuto realizzare il suo progetto, ma ha lasciato alla sua comunità questa preoccupazione di trasmettere il carisma della vita monastica a terre lontane.

La Pierre-qui-Vire fondò il Monastero di Mahitsy (Madagascar, nel 1954) e il Monastero di Sainte Marie de La Bouenza (Congo Brazzaville, nel 1958). Dal canto suo, l’Abbazia di Encalcat inviò anche uno sciame di monaci destinati a produrre un raccolto abbondante: Toumliline in Marocco, che dopo la sua chiusura diede vita al monastero di Sainte Marie de Bouaké (Costa d’Avorio nel 1959), poi al Abbazia di Saint Benoît de Koubri (Burkina, nel 1963). Nel 1961 Encalcat fondò un’altra comunità, l’Abbaye de l’Ascension de Dzogbégan (Togo). La fondazione dell’Abbazia di Belloc in Benin Monastero di Zagnanado nel 1967, diventerà Monastero del Monte Tabor di Hekanmè (Benin) nel 1998, oggi casa dipendente di Dzogbégan.

Le suore non sono state escluse. Incoraggiati dalla presenza fraterna dei monaci e dalla possibilità di beneficiare dei servizi di un cappellano del loro rango, si stabilirono presto, provenendo anche dalla Francia, presso i monasteri di Bouaké, Koubri e Dzogbegan, a Toffo (Benin). Friguiagbé (Guinea Conakry). In Madagascar, già nel 1934 le Suore di Saint-Bathilde iniziarono a far conoscere la vita monastica ad Ambositra, da cui presto emersero le case di Mananjary e Joffreville. La Nigeria ha anche due monasteri con oltre 140 monache.

Accompagnati per lungo tempo dalle rispettive case madri, questi monasteri hanno progressivamente ricevuto la loro indipendenza, che ha permesso loro di costituire nel 1991 la Provincia dell’Africa e del Madagascar, oggi forte di sei monasteri maschili e altrettanti monasteri femminili. La Provincia inglese ha fondato nel 1989 una casa in Ghana, a Kristo Buase. Il monastero sudafricano di Polokwane fino a poco faceva parte della provincia fiamminga della nostra Congregazione, oggi dipende direttamente dell’Abate Presidente. Ricordiamo il giovane monastero di Buta (Burundi), accompagnato dall’Abbazia di Pierre-qui-Vire e altre gestazioni monastiche in Gabon e in Costa d’Avorio, vicine alla nostra Provincia.

Vista dai nostri paesi africani e malgasci, la Congregazione potrebbe sembrare un’entità lontana e soprattutto europea. Ma i legami molto stretti che restano tra le nostre case e le loro abbazie fondatrici, la presenza di alcuni monaci francesi in due nostre comunità e soprattutto le visite canoniche dell’Abate Visitatore e dei Capitoli provinciali ci fanno sentire partecipi di un corpo reale e vivo, dentro il Corpo di Cristo. I Capitoli Generali sono un’occasione per ogni fratello e sorella per prendere coscienza della nostra appartenenza a questa grande famiglia fraterna, dove siamo uniti nella stessa ricerca di Dio, fine essenziale di tutta la nostra esistenza. Essere monaco della Congregazione di Subiaco-Mont-Cassin è innanzitutto motivo di orgoglio per essere legato, attraverso Subiaco e Monte-Cassin, alle origini stesse della vita benedettina. Ma è anche un dovere di fedeltà che si impone a noi che oggi incarniamo il desiderio di riforma e di radicalità evangelica che è stato quello di don Casaretto. Se tornasse oggi, cosa direbbe della nostra vita monastica?

Devono essere prese in considerazione altre due caratteristiche della nostra Congregazione. Il suo carattere internazionale fin dall’inizio, che invita a una vita monastica aperta alla comunione fraterna senza confini e alla vera solidarietà. La seconda caratteristica è il suo orientamento missionario, anch’esso molto antico e chiaramente iscritto nelle intuizioni di Dom Casaretto. La nostra Provincia è ben consapevole di tutto ciò che deve alla Provincia di Francia e alla Congregazione attraverso i monaci fondatori delle nostre comunità e il costante sostegno che da decenni riceviamo dalle nostre rispettive case madri. Sta a noi, oggi, dove siamo, incarnare lo stesso slancio nella verità e lo sforzo senza fine di un’inculturazione intelligente.

In termini di auspici, se la “Concordia Caritatis” ha rappresentato un grande passo nella consapevolezza e nell’effettiva attuazione di una rete di mutuo soccorso, potremmo certamente svilupparla alla luce delle grandi disparità di mezzi: intellettuali, finanziari ed economici che contraddistinguono le nostre comunità, in particolare europee e africane, soprattutto da parte delle province che hanno poche o nessuna fondazione all’estero. Crediamo che l’aggiornamento delle nostre Costituzioni per la celebrazione del Capitolo Generale del 2024 terrà conto di questi desideri.

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